Protocollo di cooperazione per il contrasto al caporalato ed al lavoro sommerso e irregolare in agricoltura
Il protocollo d'intesa, sottoscritto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della difesa, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e l'Ispettorato nazionale del Lavoro, è mirato allo sviluppo di metodologie d'intervento condivise per realizzare un efficace contrasto del fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura
Pubblicazione: 12 Luglio 2016
Ultimo aggiornamento: 08 Febbraio 2023
Il 12 luglio 2016 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della difesa, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e l'Ispettorato nazionale del Lavoro hanno sottoscritto un protocollo d'intesa, mirato allo sviluppo di metodologie d'intervento condivise per realizzare un efficace contrasto del fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura.
Il protocollo è successivo a quello del 27 maggio u.s. (sottoscritto, oltre che dall'Amministrazione e dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro, anche da Ministero dell'interno, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nonché da diverse Regioni, Organizzazioni sindacali e datoriali del settore agricolo e Organizzazioni di volontariato) ed ha carattere più strettamente operativo, prevedendo un costante scambio di informazioni utili al presidio del territorio ed alla programmazione dell'attività ispettiva congiunta nel settore agricolo, con particolare riferimento alle aree geografiche a maggior rischio di infiltrazione criminale.
In particolare, in attuazione del protocollo, saranno programmate azioni di vigilanza congiunte in agricoltura, volte ad accertare e contrastare situazioni di lavoro sommerso, di intermediazione illecita, di sfruttamento della manodopera, nonché i connessi fenomeni dell'immigrazione illegale e della tratta di esseri umani.
Gli accessi ispettivi saranno svolti, in via preliminare, in ambiti geografici specificamente selezionati in quanto ritenuti aree maggiormente a rischio, ma potranno essere estesi a tutto il territorio nazionale.
Viene, infine, istituito un tavolo tecnico permanente sull'agricoltura, competente all'attuazione del protocollo, all'analisi ed alla soluzione delle eventuali criticità in merito, oltre che a fornire specifiche indicazioni per la pianificazione delle azioni di vigilanza.