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ITL Ravenna: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso documentale, finti appalti d’opera e violazioni di sicurezza sul lavoro

Direzione interregionale del Nord (Milano)
ITL Ravenna – Ferrara
Attività di vigilanza

Il report di un accertamento congiunto con la Guardia di Finanza di Faenza

Pubblicazione: 27 Marzo 2025

Ultimo aggiornamento: 27 Marzo 2025

E’ quanto è stato accertato dal personale dell’Ispettorato del Lavoro di Ravenna e dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Faenza, nell’ambito di una complessa operazione che ha interessato la procedura amministrativa disciplinata dal Decreto flussi anno 2020/2021/2022, attivata da una cooperativa operante prevalentemente nel settore del facchinaggio e dell’edilizia.

Il sistema era stato ideato ed attuato attraverso la costituzione di una società cooperativa, priva dei necessari requisiti mutualistici, che presentava fittizie richieste di assunzioni di cittadini extracomunitari al fine di consentirne l’illegale ingresso in Italia: al riguardo, le risultanze investigative hanno consentito di accertare una “compravendita” (con somma in contanti) del valido titolo di soggiorno in Italia.

Nel caso individuato, infatti, il referente della cooperativa predisponeva la documentazione finalizzata al rilascio del permesso di soggiorno e successivamente si attivava per agevolare il contatto, tra il cittadino extracomunitario e un datore di lavoro connivente, che simulava poi un rapporto di lavoro destinato unicamente al rilascio del permesso di soggiorno o al rinnovo dello stesso.

Il meccanismo intercettato dal personale ispettivo e dai militari della Guardia di Finanza, ha evidenziato un modus operandi ben collaudato e caratterizzato da una sistematica opera di procacciamento di cittadini provenienti da paesi extra UE, in quanto gli indagati, al fine di favorire ulteriormente l’illegale ingresso e soggiorno nel territorio nazionale, simulavano anche dei tirocini di orientamento e formazione dei cittadini extra-comunitari, risultati poi essere privi degli obbligatori requisiti di Legge.

Dagli approfondimenti investigativi è emerso, altresì, che la cooperativa, priva di ogni organizzazione d’impresa, fungeva da vero e proprio contenitore di manodopera che veniva artificiosamente somministrata a numerose imprese utilizzatrici, attraverso finti contratti d’appalto. Al riguardo, sono state accertate oltre 20 posizioni lavorative, oggetto dell’attività di somministrazione fraudolenta, mediante la stipula dei contratti d’appalto d’opera con decine di imprese operanti nel territorio faentino e ravennate. In relazione a tali rapporti economici, quindi, sono state rilevate fatture giuridicamente inesistenti per un ammontare complessivo pari ad oltre 200.000,00 euro, con la segnalazione agli Uffici competenti di imposte dovute per circa 50.000,00 euro.

Inoltre, è stato rilevato che molti lavoratori venivano somministrati alle imprese utilizzatrici, con mansioni diverse rispetto a quelle che figuravano nei contratti di lavoro che il titolare della cooperativa predisponeva.

Il sistema così attuato, consentiva ai fruitori un consistente abbattimento del costo del lavoro, oltre ad una rilevante riduzione degli oneri obbligatori in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro.

Nello specifico in alcune circostanze, i lavoratori venivano occupati per prestazioni lavorative ad alto rischio, in assenza delle visite mediche per l’idoneità al lavoro e senza alcuna formazione in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro.

Al termine delle operazioni ispettive, i trasgressori sono stati deferiti all’ Autorità Giudiziaria e sono state contestate anche sanzioni per euro 53.000 complessivi.

Si ricorda che gli indiziati sono da ritenersi presunti innocenti fino a definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile di condanna, all’esito del procedimento penale.


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