ITL-Mantova-Cremona, sede di Cremona: tre aziende sospese per mancanza di sicurezza, lavoro nero e presenza di extracomunitari clandestini
Continua l’azione di tutela da parte del personale civile e militare della Sede di Cremona
Pubblicazione: 11 Marzo 2025
Ultimo aggiornamento: 13 Marzo 2025
Nello scorso fine settimana, in occasione della festa della donna gli ispettori del lavoro hanno sospeso l’attività di un ristorante etnico per gravi violazioni in materia di sicurezza e per il superamento della soglia del 10% di lavoro nero. Dai riscontri ottenuti durante il sopralluogo infatti, è emerso che il datore di lavoro impiegava 3 lavoratori in nero su 5, tutti extracomunitari. Inoltre non aveva provveduto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio) sezione gestanti, e utilizzava un impianto di videosorveglianza all’interno dell’azienda senza la prescritta autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro.
Lo stesso giorno il personale ispettivo effettuava una verifica presso un’azienda del settore della cosmetica che operava senza DVR e violando le disposizioni in materia di tracciabilità dei pagamenti al personale, adottando di conseguenza il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale
Sempre la scorsa settimana, in edilizia i militari del Nucleo Carabinieri hanno sospeso una ditta che, oltre alle gravi violazioni in materia di salute e sicurezza (mancata adozione del POS, totale assenza di rispetto della normativa prevenzionistica, mancata sorveglianza sanitaria, mancata formazione dei lavoratori ed anche utilizzo di ponteggi fuori norma), impiegava sei lavoratori su sette, in nero, e di questi due privi di permesso di soggiorno.
Il titolare è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione della normativa sull’impiego di personale extracomunitario irregolare sul territorio dello Stato ed è stato sanzionato in via amministrativa per impiego di lavoro nero e penalmente per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza.
Le sanzioni amministrative comminate sono state quantificate in € 38.500, e le ammende penali quantificate allo stato in oltre € 23.000