ITL Perugia: Imprenditore agricolo arrestato a Gubbio per caporalato aggravato
Operai pagati 2 euro l'ora, titolare indagato anche per lesioni personali
Pubblicazione: 13 Dicembre 2023
Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre 2023
Caporalato aggravato dalle
violenze e minacce: è questa l’ipotesi formulata al termine di un accertamento
condotto dagli Ispettori del Lavoro di Perugia unitamente ai militari del NIL
(Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro) a carico di un’azienda di
allevamento di ovini operante nel territorio del Comune di Gubbio, culminato
con l’arresto del titolare dell’azienda.
L’intervento, effettuato nell’ambito del progetto “A.L.T. Caporalato D.U.E.” - finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratorie che mira al contrasto dello sfruttamento lavorativo, compiendo al tempo stesso un’attività di tutela delle vittime - è stato eseguito in collaborazione con i Carabinieri della Compagnia di Gubbio, con la locale Arma forestale e mediatori culturali dell’OIM e ha rilevato l’occupazione in nero di due lavoratori extracomunitari, intenti ad accudire circa 800 capi di bestiame.
Dalle informazioni raccolte in sede ispettiva con l’ausilio dei mediatori culturali OIM, è emerso che i due dipendenti, risultati entrambi clandestini, lavoravano oltre 12 ore al giorno senza riposo settimanale, per una paga di poco superiore a due euro all’ora oltretutto in precarie condizioni di sicurezza: assenza del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), mancata nomina del medico competente e del Responsabile del Servizio di protezione e prevenzione (RSPP), mancanza dei presidi antincendio e di primo soccorso, e conformità degli impianti elettrici.
Nel corso dell’ispezione, oltre alla grave situazione di indigenza in cui versavano i due lavoratori, sono emersi anche episodi di violenza e reiterate minacce da parte del datore di lavoro nei confronti di uno dei due dipendenti.
Ad aggravare ancor più il quadro dello sfruttamento lavorativo la situazione alloggiativa dei due operai che vivevano in un prefabbricato fatiscente e privo dei prescritti requisiti sanitari.
Sulla base delle risultanze ispettive all’imprenditore agricolo è stata contestata l’accusa di caporalato aggravato, oltre all’ipotesi di reato di occupazione di cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno ed è stato tratto in arresto dai militari del NIL.
Inoltre, al medesimo datore di lavoro sono state comminate ammende per 21.000 euro per il mancato rispetto delle norme prevenzionistiche ex Dlgs 81/2008, oltre a 9.000 euro per violazioni amministrative e maxi sanzioni per il “lavoro nero”.
L’imprenditore su indicazione del Sostituto Procuratore di turno è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria residenza, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia.