ITL Vicenza: discriminata lavoratrice in gravidanza
Gli ispettori del lavoro dispongono il ripristino dei diritti sul posto di lavoro
Pubblicazione: 23 Marzo 2023
Ultimo aggiornamento: 19 Maggio 2023
Nei giorni scorsi l'ITL di Vicenza ha concluso gli accertamenti ispettivi intrapresi nei confronti di un istituto di servizi assistenziali - avente sede in un comune della provincia - a seguito di una segnalazione da parte di un'organizzazione sindacale.
La vicenda ha riguardato una lavoratrice che, per gli anni 2020- 2022 aveva optato, sulla base di un bando interno emesso dell'istituto, per la modifica del proprio contratto di lavoro da tempo pieno a part-time.
Alla scadenza dei tre anni, la lavoratrice sarebbe dovuta automaticamente passare a tempo pieno; invece, nonostante le clausole esplicite del bando e del contratto part-time, la dipendente – che attualmente è in gravidanza - si è vista inspiegabilmente negare il passaggio al lavoro a tempo pieno, con la motivazione che si trovava in stato di gravidanza.
L'istituto, quindi, avrebbe manifestato il diniego alla trasformazione in lavoro a tempo pieno su quella che invece doveva essere una clausola automatica del contratto di part-time. In tal modo, la lavoratrice non ha potuto percepire l'indennità di maternità equivalente a un tempo pieno. L'Istituto ha determinato quindi un danno economico alla dipendente in gravidanza, la cui indennità è stata erogata in proporzione al contratto di part-time, così come per la retribuzione e i contributi.
La vicenda evidenzia una condotta discriminatoria dell'ente datore di lavoro pubblico, che adduce come motivazione del diniego alla trasformazione a tempo pieno la condizione di gravidanza della lavoratrice e la conseguente necessità di risparmio economico dell'istituto.
Risulta pertanto violato l'art. 25, comma 2 bis, del Codice delle Pari Opportunità, sulla base del quale il personale ispettivo dell'I.T.L. di Vicenza ha emesso un provvedimento di disposizione nei confronti dell'istituto, ordinando l'immediato ripristino del contratto di lavoro a tempo pieno in favore della lavoratrice, a far data dal 1 gennaio 2023, e la corresponsione di tutto quanto dovuto alla stessa, in termini sia retributivi che previdenziali.
In caso di mancata ottemperanza alla disposizione da parte dell'ente, verrà emessa nei confronti dell'istituto una sanzione pari a € 1.000.
Delle anomalie riscontrate è stata informata la Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza.