ITL Prato: caporalato in una ditta di pronto moda: eseguite 4 misure cautelari
L’indagine avviata grazie a un accertamento effettuato dagli ispettori del lavoro
Pubblicazione: 01 Febbraio 2023
Ultimo aggiornamento: 09 Febbraio 2023
Quattro cittadini di provenienza cinese – i due gestori di una confezione tessile di Prato e due loro collaboratori - sono stati arrestati ieri (due in carcere e due ai domiciliari) in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare emesse nei loro confronti dalla Procura della Repubblica di Prato. L'ipotesi di reato contestata è quella di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, prevista dall'art. 603 bis del Codice Penale.
L'indagine che ha portato all'emissione dei provvedimenti cautelari era stata avviata nel 2021 a seguito di una segnalazione all'autorità giudiziaria scaturita da un accesso ispettivo effettuato - nel corso della campagna di vigilanza "A.L.T. Caporalato!" - da Ispettori del lavoro degli ITL di Prato-Pistoia e di Teramo, nonché da militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Prato, assieme a personale del Comando Provinciale Carabinieri di Prato, dell'ASL Toscana Centro di Prato e con la collaborazione di ispettori INPS e INAIL.
Gli operai dell'azienda, di origini cinesi e pakistane, erano costretti a svolgere le loro mansioni per 12-13 ore al giorno per sette giorni su sette, senza poter fruire di riposi e ferie, con paghe che oscillavano fra i 7 e i 13 centesimi a capo confezionato, in un ambiente di lavoro insalubre e non sicuro e sotto il controllo diretto dei titolari della ditta, esercitato anche attraverso un impianto di videosorveglianza irregolare installato all'interno dei locali di produzione.
Chi si ribellava a tali condizioni di lavoro veniva costretto a dimettersi o addirittura aggredito fisicamente, come è avvenuto durante una protesta sindacale.
L'operazione, di particolare delicatezza e difficoltà anche dal punto di vista investigativo, è stata portata a termine grazie ad accurate indagini di PG, condotte su delega della Procura di Prato.
Si ricorda che gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti fino all'emissione della sentenza definitiva.
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