Varese, verifica ispettiva in azienda della manutenzione stradale
Smascherata truffa all'Inps, recuperati contributi per oltre 5 milioni di euro
Pubblicazione: 11 Agosto 2022
Ultimo aggiornamento: 09 Febbraio 2023
Smascherata truffa all'Inps, recuperati contributi per oltre 5 milioni di euro
L'ispettorato Territoriale del Lavoro di Varese ha reso noti i risultati di una verifica ispettiva effettuata dal proprio personale, assieme all'Inps e ai carabinieri del NIL, nei confronti di un'importante azienda che opera nel settore della manutenzione autostradale e che svolge sia attività di natura edile che attività complementari alla manutenzione delle aree verdi ubicate o connesse alla rete delle autostrade.
Al termine di una complessa attività di indagine, effettuata su delega delle Procure di Busto Arsizio e di Ravenna, è stato smascherato un articolato meccanismo illecito finalizzato alla truffa aggravata nei confronti dell'Inps attraverso l'abbassamento del costo del lavoro.
La verifica ha portato al recupero di contributi, indennità di disoccupazione agricola indebitamente percepita e sanzioni civili INPS per un importo complessivo di 5.817.235 euro. Poiché la società sottoposta a controllo opera su appalto di una importante società, quest'ultima, in qualità di soggetto committente/appaltante, è solidalmente responsabile, assieme all'obbligato principale, anche nei confronti dell'Inps.
Secondo le risultanze dell'indagine, l'azienda avrebbe agito fraudolentemente su due fronti: da un lato, avrebbe denunciato un numero di giornate di lavoro inferiori a quelle effettivamente svolte, con la conseguenza che le restanti giornate erano coperte dall'Inps con la disoccupazione agricola; dall'altro, per le giornate effettivamente lavorate, avrebbe denunciato mensilmente retribuzioni inferiori a quelle dovute, utilizzando voci di premi non meglio definiti.
Il sistema avrebbe consentito alla società di ottenere un minor costo del lavoro in ragione del minor onere contributivo, e ai lavoratori - 400 in totale quelli coinvolti - di beneficiare mensilmente di importi superiori alla retribuzione che sarebbe loro spettata, in quanto avrebbero percepito anche la disoccupazione agricola, in realtà non dovuta.
Il meccanismo messo in atto dall'azienda si sarebbe basato sul controllo analitico e costante delle giornate lavorate da ogni singolo dipendente, in modo da non superare il limite delle 180 giornate annue, che avrebbe determinato il diritto di trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.
La società, peraltro, avrebbe utilizzato lavoratori agricoli in attività di natura edile, eludendo gli oneri - molto più gravosi - del contratto collettivo degli edili.
I soggetti indagati sono da ritenersi presunti innocenti fino all'emissione della sentenza definitiva.
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