Alt Caporalato! Task force a Prato e Firenze
Sospensioni e un arresto, le aziende tessili irregolari sono oltre il 50%
Pubblicazione: 15 Luglio 2022
Ultimo aggiornamento: 07 Febbraio 2023
Emergenza caporalato in Toscana, aumentano i controlli per il contrasto di un fenomeno in preoccupante crescita. Gli ispettori del lavoro di Prato e Firenze, unitamente ai militari del NIL (tutela lavoro) con il supporto dei comandi provinciali Carabinieri e la preziosa collaborazione dei mediatori culturali dell' OIM nell'ambito della task-force Alt Caporalato! hanno intensificato nelle ultime settimane i controlli nel settore tessile, che occupa in prevalenza lavoratori di nazionalità cinese, portando alla luce situazioni di estremo degrado sia sotto il profilo lavorativo sia sotto gli aspetti igienico-sanitari e di sicurezza sul lavoro, con profili penali che hanno portato nei giorni scorsi all'arresto di un imprenditore cinese nel pratese, convalidato questa mattina dal Tribunale di Prato nel corso del procedimento per direttissima.
TASK-FORCE FIRENZE
L'efficacia e la capillarità dei controlli è stata garantita dalla task-force composta, nel fiorentino, da funzionari ispettivi dell'Ispettorato del lavoro di Firenze, Roma, Avellino, Caserta, Potenza, Verona, Novara-Verbania, del Nucleo Carabinieri, dell'INPS, dell'INAIL, dell'ASL, coadiuvati dai mediatori culturali messi a disposizione dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che ha svolto una vigilanza straordinaria nel settore manifatturiero nei comuni di Scandicci, Empoli, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Lastra a Signa e Firenze.
Ventiquattro le imprese verificate in provincia di Firenze, 191 i lavoratori controllati, di cui 186 extra-UE (in prevalenza dalla Cina, Pakistan, Senegal, Bangladesh), 1 comunitario e 4 italiani. Dalle verifiche immediate effettuate sulle banche dati, ben 113 lavoratori presentavano profili di irregolarità (in materia di orario di lavoro, irregolare copertura previdenziale e contributiva), di cui 28 erano completamente in nero, tra essi 13 sprovvisti di permesso di soggiorno.
In 12 imprese sulle 24 verificate (il 50%) è scattato il provvedimento di sospensione: in 7 casi per il superamento della percentuale del 10% di lavoro nero rispetto all'organico, in 2 unicamente per gravi violazioni di sicurezza, nei restanti 3 casi motivati congiuntamente da violazioni gravi in materia di sicurezza e lavoro nero, per un ammontare di sanzioni amministrative pari a 160.000 euro.
TASK-FORCE PRATO
L'episodio più grave nei giorni scorsi in provincia di Prato, dove la task-force composta da ispettori locali affiancati da colleghi provenienti da Teramo e Pescara-Chieti, oltre che dell'INPS e dell'INAIL della Regione Toscana insieme ai Carabinieri e ai mediatori culturali OIM ha eseguito nella prima settimana di luglio controlli in 10 aziende del settore manifatturiero: in un'azienda tessile gestita da un imprenditore cinese erano ben 5 su 7 i lavoratori asiatici clandestini e senza alcuna tutela normativa ed economica: arrestato il datore per occupazione di manodopera clandestina (oggi il giudizio per direttissima) e denunciati in stato di libertà i 5 clandestini per ingresso illegale sul territorio nazionale.
Nel corso del sopralluogo sono emerse anche carenze di sicurezza, l'attività è stata sospesa e sono state comminate sanzioni per oltre 20.000 euro. Nelle 10 aziende verificate (risultate tutte irregolari) sono state controllate le posizioni lavorative di 74 lavoratori del settore, di cui 1 cittadino italiano e 73 cittadini provenienti da Paesi extra-UE, prevalentemente di origine cinese, di cui 30 completamente "in nero" (tra essi, 12 senza permesso di soggiorno).
Sospese 14 attività, in 10 di esse la percentuale di lavoro nero era superiore al 10%, mentre in 4 la sospensione è stata determinata da gravi carenze in materia di sicurezza, infatti in 3 ditte non era stato mai redatto il DVR (documento di valutazione della sicurezza), nell'ultima erano stati rimossi dai macchinari per la tessitura dispositivi di sicurezza.