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ITL Prato-Pistoia: la task force contro il caporalato rileva gravi irregolarità nelle 64 aziende verificate

Pubblicazione: 06 Agosto 2021

Ultimo aggiornamento: 09 Febbraio 2023

ISPETTORATO DEL LAVORO DI PRATO-PISTOIA: TASK FORCE CONTRO IL CAPORALATO, IRREGOLARI TUTTE E 64 LE AZIENDE ISPEZIONATE


Nell'ambito del progetto multi-agenzia, "A.L.T. Caporalato!", finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nella zona di Prato è stata eseguita un'operazione condotta da una task force composta dagli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Prato e Pistoia – quale coordinatore – di Arezzo, Bologna, Brescia, Cagliari-Oristano, Livorno-Pisa, Perugia, Parma-Reggio Emilia, Roma, Teramo e Varese, insieme al personale ispettivo dell'Inps, dell'Inail, della ASL locale, ai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Prato, con la partecipazione dei mediatori culturali messi a disposizione dall'OIM.

L'attività di vigilanza straordinaria, svolta nell'arco di 6 settimane tra i mesi di maggio e luglio, ha interessato principalmente il comune di Prato e ha riguardato 64 aziende manifatturiere, risultate tutte irregolari.

Nel corso degli accertamenti sono state controllate le posizioni lavorative di 570 lavoratori, di cui 394 provenienti da Paesi extra-UE. Per 250 lavoratori, sono stati riscontrati illeciti per lavoro "in nero", violazioni in materia di orario di lavoro e di sicurezza nel luogo di lavoro.

Per 4 imprenditori è scattato l'arresto in flagranza per l'impiego di lavoratori privi di permesso di soggiorno.

Oltre alle sanzioni irrogate, nell'immediatezza degli accessi sono stati emanati 32 provvedimenti di sospensione dell'attività di altrettante aziende per la presenza accertata di 161 lavoratori completamente "in nero", tra cui 40 operai provenienti da Paesi extra-UE privi di permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

Al termine degli accertamenti attualmente in corso, sarà possibile verificare l'emergere di ulteriori ipotesi di irregolarità, in particolare di possibili vittime di sfruttamento (ex art. 603-bis c.p.).

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