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ITL Ravenna – Forlì – Cesena: truffe in busta paga

IIL Nord-Est (Venezia)
ITL Ravenna-Forlì-Cesena
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Evasione contributiva per 22 milioni di Euro

Pubblicazione: 11 Agosto 2020

Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio 2023

Truffa ai danni dello Stato, 22 milioni di imponibile contributivo evaso, sono gli esiti degli accertamenti dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ravenna - Forlì - Cesena – in congiunta con il personale di Vigilanza della sede INPS di Ravenna – che hanno interessato alcune imprese metalmeccaniche che operavano nel porto di Ravenna ed in alcuni stabilimenti industriali in Ravenna e provincia.

Nel corso delle verifiche – che hanno riguardato il periodo dal 2013 al 2019 - gli ispettori, hanno rilevato un eccesso di rimborsi economici riconosciuti ai dipendenti (sono state verificate 300 posizioni lavorative) per trasferte e indennità chilometriche, nonché di assenze per permessi non retribuiti indicati in busta paga, per i quali non veniva prevista alcuna forma di prelievo contributivo e fiscale.

Si è accertato che nei fatti le indennità di trasferta / chilometriche non erano altro che retribuzione di ore di lavoro ordinario e straordinario o maggior retribuzione per accordi individuali tra l’azienda e il lavoratore.

Gli ispettori hanno verificato che il calcolo degli stipendi mensili non veniva correttamente riportato sulla busta paga, in quanto quest’ultime venivano compilate artificiosamente; il meccanismo fraudolento, consisteva nell’indicare non le ore di lavoro nel concreto fatte, bensì un numero minore di ore, indicando altresì indennità di trasferta e indennità chilometriche fittizie (non assoggettate a contribuzione) fino a raggiungere la paga oraria concordata tra lavoratore ed azienda (cd. sistema: paga globale).

Nelle fasi delle indagini sono state acquisite richieste formali di permessi non retribuiti, fogli trasferte e indennità chilometriche, compilati all’insaputa dei lavoratori e generalmente non firmate dai dipendenti o firmati senza conoscerne il contenuto. 

In alcuni casi i lavoratori non hanno riconosciuto la propria firma sui suddetti documenti, alcuni dipendenti non avevano l’auto né altro mezzo, in busta paga gli veniva corrisposta l’indennità chilometrica per viaggi con la propria auto, in realtà mai effettuati.

Il sistema così delineato ha permesso alle imprese ispezionate di evadere nei cinque anni la contribuzione obbligatoria per un ammontare complessivo di 22 milioni di euro. 

Sono state elevate sanzioni per oltre 600 mila euro e i trasgressori sono stati deferiti alla Procura della Repubblica.

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