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ITL Firenze: edilizia, accertato caporalato, disconosciute 18 partite IVA

IIL Centro (Roma)
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Conclusa attività ispettiva nei confronti di una cooperativa operante nel settore edile. Accertato caporalato e disconosciute 18 partite IVA

Pubblicazione: 10 Aprile 2018

Ultimo aggiornamento: 03 Febbraio 2023

Al temine di un'attività di vigilanza svolta dall'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Firenze, per il tramite del relativo Nucleo Carabinieri e dei Carabinieri della Sezione della Polizia Giudiziaria, il Tribunale di Firenze ha disposto, in data 12 aprile 2018, tre misure di custodia cautelare in carcere a carico di due amministratori di diritto (di nazionalità rumena) e un amministratore di fatto (di nazionalità italiana) di una società cooperativa operante nel settore edile con sede in Firenze; il reato contestato è quello di associazione a delinquere finalizzata al "Caporalato" ovvero all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (ex artt. 416 e 603 bis, commi 1°,2°,3°,4°, Codice Penale).

In particolare, gli amministratori della Cooperativa edile occupavano maestranze di nazionalità rumena dissimulando, attraverso false partite IVA, rapporti in realtà subordinati, eludendo così gli obblighi contributivi, assicurativi, di salute e sicurezza sul lavoro. L'attività di sfruttamento si completava, inoltre, mediante la pratica estorsiva attuata dagli amministratori della Cooperativa e consistente nella richiesta e consegna da parte dei lavoratori del 40% del compenso agli stessi bonificato per le prestazioni rese, cosicché alle dette maestranze veniva corrisposto nulla più che una retribuzione oraria di 8 euro, in assenza di ogni versamento contributivo ed assicurativo. Peraltro, i predetti lavoratori, come detto di nazionalità rumena e sprovvisti di alloggio, venivano ospitati dalla cooperativa negli spazi angusti di un edificio fatiscente e abusivamente occupato; al già irrisorio compenso veniva, di conseguenza, sottratto un importo pari a ulteriori 300 euro mensili a titolo di posto letto.

L'attività dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro ha portato, pertanto, al disconoscimento da parte dei militari del Nucleo Carabinieri di ben 18 partite IVA, strumento giuridico utilizzato dalla cooperativa per concretizzare l'attività di sfruttamento lavorativo delle maestranze ingaggiate.

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